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giovedì 28 aprile 2011

11 consigli per un blog insuperabile

Prima di decidere nei mesi scorsi di intraprendere la mia avventura di piccolo blogger, avendone nel tempo consultati parecchi ma trovandomi completamente all'oscuro in merito a quali siano le tecniche idonee allo scopo di gestirne uno che sia minimamente credibile mi sono affidato ad alcuni dei tanti personaggi presenti in Rete che hanno messo in opera da vari anni questo progetto e che dunque, è matematico, ne sapevano certamente più di me e avrebbero perciò potuto consigliarmi adeguatamente.
Dopo aver per parecchio tempo prestato attenzione a queste sorte di corsi non istituzionali mi sono formato la netta opinione per cui nessun curatore di blog (nemmeno quelli maggiormente accreditati) può rivendicare in materia il possesso della scienza infusa, sebbene sia necessario ammettere che le dritte in virtù delle quali via via mi sono potuto arricchire mi sono state estremamente utili.
Consapevole quindi di aver compiuto almeno un passettino in avanti sul sentiero che conduce al totale apprendimento di questa disciplina tutt'altro che esatta e ritenendo che al momento alcuni potrebbero trovarsi nelle stesse peregrine condizioni in cui io mi dibattevo alcuni mesi fa, ho deciso di dedicare anch'io uno dei miei articoli a tutti quelli che stanno pensando di creare un blog che si occupi dei medesimi argomenti che il mio è uso affrontare quasi quotidianamente, vale a dire musica, cinema, libri, televisione e vita sociale.
Ciò, come suol dirsi, nella speranza di "fare cosa gradita" a quelli che stanno valutando l'opportunità di cominciare proprio in questi giorni.

  1. La figura del recensore o del saggista come depositari della verità rivelata è un'invenzione arbitrariamente brevettata dal recensore e dal saggista stessi, che utilizzano le loro professioni come fossero un antidoto contro le frustrazioni che li tormentano. Nessuno può vantarsi di saper compenetrare alla perfezione l'universo interiore dell'artista, nemmeno AllMusic, il New York Times Review of Books o l'Internet Movie Database. Tacciamo per spirito di carità sullo sconfortante panorama italiano. In poche parole, scrivete contenuti originali e non scopiazzateli in giro. I vostri potrebbero essere addirittura migliori.
  2. Non degnate della minima attenzione gli amici e i conoscenti (o i sedicenti esperti) che vi suggeriscano di scrivere articoli brevi, succinti e microscopici "perchè la gente non ha tempo da perdere con la lettura". Se è vero che "lunghezza" non è mai stato sinonimo di "profondità", è anche assodato che un aspirante scrittore non può star sempre a calibrare il livello di pigrizia intellettuale che affligge le masse. In fondo le puntate dei "reality shows" superano spesso le tre ore di durata e di ciò mai nessuno si è lamentato. Ancora una volta il grande scrittore interviene per aiutarci a sbrogliare la matassa: Dostoevskij scrisse ponderosi romanzi di 900 pagine unitamente ad agili racconti lunghi di non più di 150, a seconda degli stimoli che gli venissero inviati dal suo dettato interiore. In poche parole, prestate orecchio solo ai flussi della vostra creatività, sperando ovviamente che non ne siate sprovvisti.
  3. Nei vostri articoli astenetevi dal parlare di mp3, e-books e film da visionare attraverso il PC. Praticamente ogni elemento della vita sociale sta congiurando per la sparizione del tessuto culturale, che temo avrà luogo a breve termine. Non è necessario che anche voi vi mettiate di buzzo buono a cooperare per affrettarne il decesso.
  4. Diretta conseguenza del punto 3): cantate a squarciagola (magari anche in senso letterale) le lodi e le virtù dello stereo, dei libri in formato cartaceo e dei capolavori del cinema che, siccome non tutti si possono permettere una sala di proiezione domestica, possano essere gustati almeno con l'ausilio di un televisore a 30 pollici, che tra l'altro garantisce ancora l'ottimale tra le risoluzioni-video.       
  5. Se un vostro amico gestisce un'attività di DVD a noleggio e voi gli avete suggerito di inserire "Shining" nella sezione che comprende gli "horror" significa che non siete pronti per creare un blog sul cinema e che dovete ancora effettuare un po' di necessario apprendistato. Vi manca infatti probabilmente la capacità di leggere tra le righe dell'opera cinematografica.
  6. Se siete in partenza per Roma, dove domenica prossima assisterete al di questi tempi sempre incombente "concertone" del Primo Maggio, organizzatevi in modo da soggiornare presso la Capitale qualche giorno in più. Fatevi dunque un'idea precisa sui metodi e gli ingredienti per preparare correttamente un succulento piatto di spaghetti all'amatriciana. Al ritorno aprite un blog specifico sull'argomento. Vi potrebbe garantire più ampie soddisfazioni rispetto ad uno che tratti di musica. 
  7. Se ci si può trovare d'accordo sul fatto che una lingua (specialmente quella ponderosissima con cui siamo soliti esprimerci in questo paese) necessita periodicamente di andar soggetta a processi di svecchiamento, è anche inconfutabile che il pretesto di scrivere per mezzo di manifesti connotati "pop" non può sempre essere avanzato per legittimare la tendenza, oggi purtroppo imperante, a prendere a calci in bocca la grammatica e la sintassi. Non incombono su di noi delle noiose figure di professori pignoli con l'intento di supervisionare gli articoli che inseriamo nei blog e nei forum. Internet ci ha finalmente reso liberi assai più del lavoro, ma resta il fatto che bisogna continuare a sapere che "nascei" non è il passato remoto di "nascere", che il verbo avere pretende l'utilizzo della lettera "h" e la preposizione semplice "a" la rifiuta categoricamente, che la sostituzione di "per" con il simbolo "X" costituisce l'equivalente di un'aberrazione mentale, che "qual è" continua ad aborrire che lo si scriva con l'apostrofo, che la tradizione delle parole accentate non è caduta in prescrizione.
  8. Un piccolo ammonimento ai tanti "bimbiminkia" che imperversano nella Rete. Non c'è nulla di male (anzi, si tratta di un'acquisizione altamente positiva) ad utilizzare talvolta la lettera "k" al posto del gruppo "ch". A patto però che alla scelta venga attribuita un'imprescindibile valenza che sia ad un tempo politica, ribellistica, rivoluzionaria e sediziosa. Insomma il fatto di scrivere "Kossiga" o "Kraxi" detiene un significato ben preciso, mentre l'invenzione di assurdi neologismi come "kiamare" o "karissimo" è inutile come il terzo portiere in una squadra che possa contare su Dino Zoff quale estremo difensore titolare.
  9. Se il partner sentimentale vi pone irrevocabilmente di fronte all'ultimatum "o me o lo stereo" e di rimando gli suggerite di consultare un dispendioso avvocato divorzista, potete considerarvi ad un tempo giustamente cinici per ineludibile necessità e autorizzati ad aprire un blog musicale per cui non è difficile preconizzare un futuro roseo.
  10. Se al cinema vi scappa da ridere ad una battuta di Paola Cortellesi o Antonio Albanese solo perchè nel momento stesso in cui la sequenza passava sullo schermo il vostro vicino di poltrona si è voluto togliere lo sfizio di farvi il solletico allora, al pari di quel che si è detto per il punto 9), dopo un po' che sarà stato messo in Rete il vostro blog odoroso di celluloide potrà infilarsi nel taschino tutti i progetti concorrenti, esattamente come faceva Nicola Arigliano con la vecchia e comoda confezione del digestivo. 
  11. Se non ne potete più di questo spessissimo e dilagante strato di dilettantismo da cui siamo circondati e per cui stiamo rischiando il soffocamento, se potreste giurare sotto tortura che non è sufficiente prendere in mano uno strumento musicale, un copione, una penna o una cinepresina digitale per poter essere definiti musicisti, attori, scrittori o registi, sentitevi liberi (di più, autorizzati per intercessione divina) a creare uno spettacoloso e potente blog di taglio culturale-umanistico. Scordatevi le buone maniere e fate uso della vostra piccola tribuna per sparare a zero contro la pletora di irritanti spiantati senz'arte nè parte che hanno distrutto impunemente il nostro millenario tessuto culturale. Fatevi avanti senza timore dato che, nel caso in cui concordiate completamente con questo punto, c'è davvero e più che mai bisogno di voi.     

9 commenti:

  1. Un post semplicemente epocale.
    Dai una speranza a chi crede ancora nei libri, negli stereo, nei film (quelli buoni) e nei vecchi vinili.
    Meriti davvero un Oscar.

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  2. Un post epocale per pesantezza e prolissità: un conto è interessare il lettore con una scrittura briosa e di ampio respiro, un altro è annoiarlo o rischiare di addormentarlo come se fosse in fase post-digestiva di un abbacchio intero. Per assimilare ed espellere rapidamente i post chilometrici concordo sull'utilizzo dell'amaro pubblicizzato dal compianto Arigliano. Questo mi pare davvero un suggerimento sensato! Ruggiero

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  3. Caro Ruggiero,
    per necessità indipendenti dalla mia volontà sono costretto ad auto-citarmi: Internet ci ha reso liberi.
    Il blogger gode della libertà di strutturare i post come meglio crede e il lettore di rifiutarli se non gli interessano.
    Grazie del commento!

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  4. Non è internet a renderci liberi, è il libero arbitrio a farlo. Se internet ci avesse dato la libertà si chiamerebbe Dio e il tuo blog avrebbe un titolo in palese contraddizione: vivere per un passato che non esiste ormai più -se non nella nostalgia- affidandosi al Dio più moderno che esiste!
    P.S: la mia "critica" un po' colorita era solo una via per farti riflettere in maniera da avere un po' più appeal verso il curioso lettore. Credo che un blog cresca anche attraverso i suggerimenti di chi ne è il fruitore finale. Se però il venditore di pensieri ritiene che non si debba nulla a chi legge...(ben inteso, non parlo di contenuti ma di leggiadria nell'affrontarli). Saluti, Ruggiero

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  5. Caro Ruggiero,
    1) dici a me di essere più conciso, poi scrivi un PS lungo come "Guerra e pace"....
    2) io ho scritto solo che Internet ci rende liberi (il che continua ad essere vero) e tu sei venuto fuori con una "dissertatio magistralis" per cui meriti un plauso ma di cui non ho compreso la pertinenza
    3) vuoi farmi riflettere? Mio Dio santo, e chi sei? Da più di trent'anni i miei genitori nemmeno ci provano più....
    4) vivaddio, potrò pure creare un blog come cazzo mi pare, fatto di post lunghi, brevi, a seconda di come mi gira il cervello. Ripeto: non sei obbligato a frequentarlo.
    5) nel mio post (l'hai letto?) faccio la differenza tra "lunghezza" e "profondità". Critiche anche negative sulla "profondità" di quel che affermo sono ben accette, quelle sulla "lunghezza" non credo servano.

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  6. Bah, non proseguo oltre perchè mi pare che in effetti le critiche costruttive non abbiano sortito effetto alcuno. Tolgo il disturbo con un'ultima speranza: se vuoi scrivere un blog che possa davvero competere con il famoso tonno della tv prova a visitare questo: http://bluebottazzibeat.blogspot.com/
    E' del giornalista Gaetano Bottazzi, "Blue" per i lettori del "fu" Mucchio Selvaggio. Credo abbia uno stile lineare, semplice ma che non è banale. Da bere tutto d'un fiato, come un buon vino fermo. I suoi post non necessitano di amaro medicinale Giuliani o digestivo Antonetto.
    P.S: per inciso ho notato in alcuni dei tuoi post un acceso fervore critico verso la modernità. Volevo tranquillizzarti che non è tutto male ciò che è stato concepito negli ultimi 20 anni, basta cercare e andare oltre le apparenze. Credo che tu abbia lo spessore e la pazienza per poterti avvicinare con occhio diverso anche alla "modernità" dell'arte attuale. Adieu. Ruggiero

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