Si sarebbe potuto darlo per spacciato ma, dopo che per quattro mesi varie altre incombenze mi costrinsero a dimenticarmene, ho deciso di ricuperare il mio piccolo ed eroico blog, nella speranza di poter stavolta garantirgli delle concrete possibilità di diffusione.
Per dirla con i vecchi telecronisti, "per coloro che solo adesso si fossero posti alla visione e all'ascolto" (in questo caso, solamente alla lettura) riassumerò che scopo di quest'avventura è di sposare la causa dell'immaginario personale e collettivo del passato e di tirare fendenti ai fianchi di quello che scaturisce dal presente. Ciò non semplicemente per un banale impulso alla nostalgia o perchè per partito preso si pensi che si stesse meglio nei tempi in cui Nilla Pizzi (a proposito, riposi in pace....) cantava "Vola colomba", bensì per ragioni più profonde e che concernono aspetti assai più significativi della vita dell'uomo.
Io credo che il crollo del Muro di Berlino e la conseguente caduta dei regimi dell'Est europeo, eventi allora contrabbandati come l'inizio di un'età di progresso e benessere senza precedenti nel corso della Storia (e sicuramente tali, almeno in linea di principio), hanno altresì rappresentato il più sibillino, subdolo e minuzioso processo di manipolazione che la vicenda dell'Uomo abbia mai dovuto subire. In quel fintamente glorioso 1989 e negli anni immediatamente seguenti vennero bensì gettate le basi per il dominio incontrastato dell'etica del capitalismo e dell'imperialismo, che sono ovviamente politici ed economici ma non solo, con la conseguente diffusione su larga scala di quei princìpi dell'omologazione e dell'appiattimento che, ancora fino ai primi anni '60, erano al massimo ritenuti materia adatta a qualche libretto di fantascienza d'ispirazione paranoide. Per farla breve, mi interessa occuparmi dell'immaginario del passato semplicemente perchè il tempo presente, a causa dei presupposti da cui prende le mosse e a cui ho fatto cenno, non possiede i requisiti per potersene costruire uno che sia minimamente credibile e che soprattutto possa essere tramandato. Com'è possibile, infatti, pensare di conservare un patrimonio durevole e resistente all'usura del tempo in un contesto in cui nei piani alti del mondo si è unicamente concentrati sull'accumulo di sempre più spropositate quantità di denaro fine a se stesso e in quelli bassi la maggior parte delle persone si è rassegnata a cooperare affinchè "L'uomo A Una Dimensione" di Herbert Marcuse perdesse i connotati di testo lucidamente profetico e acquisisse quelli propri alle opere che oggi le librerie e le biblioteche potrebbero tranquillamente permettersi di catalogare tra i libri di stretta osservanza neo-realistica? Insomma, ci troviamo in questa situazione sia perchè il Potere non ha ovviamente interesse a che lo stato di cose vada soggetto a mutazioni, sia perchè la gente (vuoi per pigrizia, vuoi per stanchezza intellettuale, vuoi perchè il passivo assoggettamento alla sfera delle convenzioni non lascia più tempo per occuparsi d'altro) sembra stranamente piuttosto appagata e non interessata ad inoltrare un genere differente di "domanda".
Questo blog (ri)nasce anche perchè, abituato da sempre a non sentirmi soltanto figlio delle persone che mi diedero la luce, mi trovo a soffrire terribilmente in conseguenza del fatto per cui il tempo nel quale sono dopotutto anch'io costretto a vivere procede accidentalmente e per pura casualità solo in funzione dell'attimo presente e non ha i mezzi (e, a quanto pare, non intende procacciarsene) per edificare qualcosa a cui possa essere riconosciuto il dono dell'eternitabilità (mi si conceda di coniare questo rozzo neologismo....).
Non so come altrimenti spiegarlo; sembra che tutti i contesti all'interno dei quali prende forma e si concretizza la vita, quello socio-politico ma anche artistico e culturale, si danno alacremente da fare per organizzare a puntino e per tempo i cast dei reality-show per i decenni che verranno. Ecco infatti un esempio che spero valga per tutti. Un personaggio che mostri l'ambizione di studiare da statista e che per di più fa parte della coalizione teoricamente preposta a salvaguardare le componenti della parte nobile della vita (la cultura intesa nel senso più lato possibile del termine) non si deve permettere nemmeno per scherzo di lasciarsi andare alle dichiarazioni sul genere di quella che gli sentii pronunciare alcuni giorni fa - e che suona più o meno così: "il nostro avversario afferma di poter resistere, ma io vi garantisco che noi sapremo resistere un minuto più di lui". Non ho potuto fare a meno di ricordare gli anni dell'infanzia in cui, cantilenando ed improvvisando piccole filastrocche, ci si vantava di possedere più soldatini o caramelle dell'avversato compagno di banco. Ad onore del suddetto aspirante statista, c'è se non altro da riconoscergli che usò la decenza di risparmiare agli ascoltatori il "trallallero" finale che in questi casi è assolutamente di prammatica e che, per un istante in cui la mia schiena fu percorsa da polari brividi di freddo, temetti di sentir proferire dalle sue squinternate labbra.
La storia della musica, del cinema, della letteratura, dell'arte, della vita sociale mi appare di giorno in giorno sempre più simile ad un appartamento che, avendo avuto i suoi abitanti necessità di abbandonarlo in tutta fretta per cause di forza maggiore, conservi ancora al suo interno oggetti, ricordi, mobili, suppellettili, semplici scartoffie che bisogna assolutamente, con ogni mezzo e a qualsiasi costo, cercare di correre a ricuperare. Si va incontro altrimenti al rischio, divenuto ormai di fatto e a tutti gli effetti una realtà, di costruire un nuovo edificio caratterizzato dai connotati della degradabilità e destinato a crollare al suolo non dico alla prima robusta scossa di terremoto, ma al semplice sopravvenire di un timido venticello primaverile.
E' trascorso già tanto tempo dall'anno in cui si verificò l'evento che, anzichè cambiare in meglio il corso della Storia, senza mezzi termini lo distrusse e lo sostituì con un suo stupefacente simulacro (direi, un "avatar" quasi perfetto) e possiamo già permetterci di stilare qualche esauriente consuntivo, dal quale è facile desumere che di palazzi poi susseguentemente caduti in forza dell'alitare del primo trascurabile soffio di vento ne sono già stati innalzati parecchi. Non si sta facendo altro che impilare mucchi e cataste di macerie ed immondizie pronti all'uso per le epoche che verranno.
Nel suo piccolissimo il blog "Living for the past" intende rappresentare una voce autorevolmente diversa.
very informative post for me as I am always looking for new content that can help me and my knowledge grow better.
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